lunedì 2 agosto 2010

Vladimir Majakovski - "All'amato se stesso dedica queste righe l'autore"

e quattro.
Pesanti come un colpo.
"A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel ch'è di Dio."
Ma uno
come me
dove potrà cacciarsi?
Dove mi è stata preparata una tana?

Se fossi
piccolo,
come il grande oceano,
sulle punte delle onde m'alzerei,
con l'alta marea accarezzando la luna.
Dove trovare un'amata,
che sia uguale a me?
Potrebbe trovar posto nel minuscolo cielo?

Oh, se povero fossi,
come un miliardario!
Che cos'è il denaro per l'anima?
E' un ladro insaziabile dentro di lei.
All'orda sfrenata dei miei desideri
non basta l'oro di tutte le Californie.

Se balbettare potessi,
come Dante
o Petrarca!
Per una sola accendere l'anima!
Comandarle coi versi di bruciare!

Le parole
e il mio amore
sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente,
senza lasciar traccia, vi passerebbero
le amanti di tutti i secoli.

Oh! s'io fossi
sommesso,
come il tuono;
gemerei,
abbracciando in un tremito il decrepito eremo terrestre.
Se io
urlerò con la mia voce immensa,
le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
e giù si getteranno per la tristezza.

Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti,
s'io fossi
offuscato
come il sole!
Che brama provo
d'abbeverare col mio splendore
il seno dimagrato della terra!

Passerò,
trascinando il mio grande amore.
In quale notte
delirante,
inferma,
da quali Golia fui concepito,
così enorme
e così inutile?

1 commento:

  1. scusa mi potresti dire su che raccolta hai trovato la poesia?

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