martedì 3 agosto 2010

Eduardo Galeano - L'utopia

L'utopia è come l'orizzonte ...
cammino due passi
e si allontana due passi,
cammino dieci passi
e si allontana dieci passi.
L'orizzonte è irraggiungibile.
E allora a cosa serve l'utopia?
A questo: serve per continuare a camminare.

Due poesie di Johann Wolfang Goethe

Sarei già andato lontano,
tanto lontano quanto è grande il mondo,
se non mi trattenessero le stelle
che hanno legato il mio al tuo destino,
così che solo in te posso conoscermi.
E la poesia, i sogni, il desiderio,
tutto mi spinge a te, alla tua natura,
e dalla tua dipende la mia vita.


Io penso a te quando dal seno del mare
il sole sorge e i suoi raggi dardeggia;
io penso a te quando al chiarore lunare
l'onda serena biancheggia.
Io penso a te quando sale la polvere
lungo il lontano sentiero,
e nella notte oscura, quando al passeggero
sul ponte il cuore balza di paura.

Kostantin Kavafis - Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Mi piace il mio corpo quand'è col tuo - Edward Estlin Cummings

Mi piace il mio corpo quand'è col tuo
corpo. È una cosa tanto nuova.
Muscoli meglio e nervi di più.
mi piace il tuo corpo. mi piace quel che fa,
e il come. mi piace sentir la sua spina
dorsale, le sue ossa e il tremolante
-liscio-sodo che bacerò
ancora ancora e ancora
di te mi piace baciare questo e quello,
mi piace, lentamente accarezzare, il folto
elettrico pelo, e quel che viene a carne
che si separa... E occhi grandi briciole d'amore,

e forse mi piace il brivido

di sotto me te così nuova.

Josip Pupacic - Sii la mia notte

Vieni, tu che sei mia
nella mia notte.
Crea, tu che sei mia
La mia notte:
quieta questa quiete.
Calma questa calma. Annega
Questa morte. Allarga
Questa stanza. Abbatti questo muro.
Alza questo cielo. Dona pace
A queste ombre. Falcia
Questa pioggia. Rendi musica
Queste lacrime. Fai fiorire
Queste mani.
Seppellisci queste parole. Guarisci
Questi occhi.
Diventa la mia notte.
Sii
La mia notte.

Alcmane - Dormono le cime dei monti

Dormono le cime dei monti
e le vallate intorno
i declivi e i burroni;

dormono i rettili, quanti nella specie
la nera terra alleva,
le fiere di selva, le varie forme di api,
i mostri nel fondo cupo del mare;

dormono le generazioni
degli uccelli dalle lunghe ali.

J. L. Borges - La luna

C’è tanta solitudine in quell’oro.
La luna delle notti non è la luna
che vide il primo Adamo. I lunghi secoli
della veglia umana l’hanno colmata
di antico pianto. Guardala. E’ il tuo specchio.

lunedì 2 agosto 2010

Edgar Lee Masters - Alexander Throckmorton

Quando ero giovane,
avevo ali forti e instancabili,
ma non conoscevo le montagne.
Quando fui vecchio,
conobbi le montagne,
ma le ali stanche non tennero più dietro alla visione.
Il genio è saggezza e gioventù.

Edgar Lee Masters - George Gray

Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.

In realtà non è questa la mia destinazione, ma la mia vita.

Poiché l'amore mi si offrì ed io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta
ed io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò,
ma io temetti gli imprevisti.

Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.

E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.

Dare un senso alla vita può condurre a follia,
ma una vita senza senso è tortura
dell'inquietudine e del vano desidero;
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

Vladimir Majakovski - "All'amato se stesso dedica queste righe l'autore"

e quattro.
Pesanti come un colpo.
"A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel ch'è di Dio."
Ma uno
come me
dove potrà cacciarsi?
Dove mi è stata preparata una tana?

Se fossi
piccolo,
come il grande oceano,
sulle punte delle onde m'alzerei,
con l'alta marea accarezzando la luna.
Dove trovare un'amata,
che sia uguale a me?
Potrebbe trovar posto nel minuscolo cielo?

Oh, se povero fossi,
come un miliardario!
Che cos'è il denaro per l'anima?
E' un ladro insaziabile dentro di lei.
All'orda sfrenata dei miei desideri
non basta l'oro di tutte le Californie.

Se balbettare potessi,
come Dante
o Petrarca!
Per una sola accendere l'anima!
Comandarle coi versi di bruciare!

Le parole
e il mio amore
sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente,
senza lasciar traccia, vi passerebbero
le amanti di tutti i secoli.

Oh! s'io fossi
sommesso,
come il tuono;
gemerei,
abbracciando in un tremito il decrepito eremo terrestre.
Se io
urlerò con la mia voce immensa,
le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
e giù si getteranno per la tristezza.

Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti,
s'io fossi
offuscato
come il sole!
Che brama provo
d'abbeverare col mio splendore
il seno dimagrato della terra!

Passerò,
trascinando il mio grande amore.
In quale notte
delirante,
inferma,
da quali Golia fui concepito,
così enorme
e così inutile?

Marvin Gaye - Let's Get It On

Bill Withers - Grandma's Hands

Elgar - Enigma Variations, Op. 36

Ben Harper - Ain't Too Proud To Beg

Idris Muhammad - Could Heaven Ever Be Like This

Sly & the Family Stone - Dance to the Music

Stevie Wonder & The funk Brothers - Don't you feel it?

Eddie Vedder - Guaranteed

Eddie Vedder - Hard Sun

Il grande Lebowsky - Discorso dello straniero

Paolo Fresu: Miles Davis e Chet Baker a confronto

Porcupine Tree - Lazarus

David Oistrakh - Sibelius Violin Concerto (3rd mvt.)

Boss Hog - Whiteout

Un'aria dall'Andrea Chenier di Umberto Giordano

Tom Jones - What's New Pussycat

Iron & Wine - The Devil Never Sleeps

Annarella - C.C.C.P.

giovedì 10 giugno 2010

William Wordsworth - Estratti del poema "Intimation on Immortality"

Ye blessed Creatures, I have heard the call
Ye to each other make; I see
The heavens laugh with you in your jubilee;
My heart is at your festival,
My head hath its coronal,
The fullness of your bliss, I feel-I feel it all.
Oh, evil day! If I were sullen
While Earth herself is adorning,
This sweet May morning,
And the Children are culling
On every side,
In a thousand valleys far and wide,
Fresh flowers; while the sun shines warm,
And the Babe leaps up on his Mother's arm-
I hear, I hear, with joy I hear!

“Voi, creature benedette, ho udito la chiamata
Che vi lanciate l’un l’altra; vedo
I cieli ridere insieme a voi, condividendo la vostra gioia;
Il mio cuore partecipa alla vostra festa,
Sul mio capo è la ghirlanda,
La pienezza della vostra beatitudine, la sento – la sento tutta.
O, giorno infausto! S’io fossi triste
Mentre la terra si adorna,
In questo dolce mattino di maggio
E i bambini si raccolgono
Dappertutto,
In mille valli lontane lontane,
Fiori freschi, mentre il sole tiepido splende
E un neonato riposa tra le braccia della mamma,
Io odo, io odo! Con quale gioia io odo!”

On whom those truths do rest,
Which we are toiling all our lives to find,
In darkness lost, the darkness of the grave;
Thou, over whom thy Immortality
Broods like the Day, a Master o'er a Slave,
A Presence which is not to be put by;

“Su chi riposano quelle verità,
Che impieghiamo una vita per svelare
Perse nell’oscurità, nell’oscurità della tomba;
Tu, su di te la tua immortalità
Cresce come il giorno, padrone sopra lo schiavo,
Una presenza che non è da sottovalutare;”

O joy! That in our embers
Is something that doth live,
That nature yet remembers
What was so fugitive!

“O gioia! In quel che resta di noi
C’è qualcosa che vive,
La natura ora rammenta
Quel che voleva fuggire!”

Then sing, ye Birds, sing, sing a joyous song!
And let the young Lambs bound
As to the tabor's sound!
We in thought will join your throng,
Ye that pipe and ye that play,
Ye that through your hearts today
Feel the gladness of the May!

“Quindi cantate, uccelli, cantate, cantate una canzone felice!
Lasciate che l’agnello si muova
Come al suono del tamburello!
Noi vi raggiungeremo con il pensiero
Tu flauto e tu musica.
Tu che attraverso il cuore oggi
Avverti la felicità di maggio!”

What though the radiance which was once so bright
Be now forever taken from my sight,
Though nothing can bring back the hour
Of splendor in the grass, of glory in the flower;
We will grieve not, rather find
Strength in what remains behind;

“Quel che nonostante la radiosità che una volta era accecante
Ora è stato per sempre portato via dalla mia vista,
Sebbene nulla possa riportare indietro l’ora
Dello splendore dell’erba, della gloria del fiore;
Non ci addoloreremo, piuttosto troveremo
Forza in quel che resta indietro;”

Thanks to the human heart by which we live,
Thanks to its tenderness, its joys, and fears,
To me the meanest flower that blows can give
Thoughts that do often lie too deep for tears.

“Grazie al cuore umano che ci fa vivere,
Grazie alla sua tenerezza, alle sue gioie, alle sue paure,
Per me il più brutto fiore che sboccia può comunicare
Pensieri che spesso si nascondono troppo in profondità per generare lacrime.”

domenica 30 maggio 2010

Arte ed Eros - Quadri di autori vari

Blair Leighton - The accolade

Godward - In the tepidarium

Draper - The water Nymph

William Adolphe Bouguereau - Ninfe e Satiro

William Adolphe Bouguereau - Il rapimento di Psiche

William Adolphe Bouguereau - Giovane donna si difende da Eros

Wiliam Mulready - Il sonetto

Tamara de Lempicka - Suzy Solidor

Tamara de Lempicka - La bella Rafaela

Sir Frank Dicksee - Romeo e Giulietta

Paul Gauguin - Aha oe feii? (Cosa! Sei geloso?)

Paul Cornoyer - Early Spring in Central Park

Maxfield Parrish - Incanto

Sandro Botticelli - Marte e Venere

Magritte - Gli Amanti II

Magritte - Gli Amanti I

Lucas Cranach il Giovane - Venere e Cupido

Lorenzo di Credi - Venere

Lawrence Alma-Tadema - Saffo e Alceo

Lawrence Alma-Tadema - Rivali inconsce

Lawrence Alma-Tadema - I suoi occhi sono con i suoi pensieri

Lawrence Alma-Tadema - Attesa

Lajos Gulaksi - Paolo e Francesca

John Vanderlyn - Arianna abbandonata sull’isola di Nasso

John Millais - Ofelia

John Millais - Mariana

J.W. Waterhouse - Eco e Narciso

J.W. Waterhouse - Circe offre la coppa ad Ulisse

J.W. Waterhouse - Arianna

J. W. Waterhouse - Psiche entra nel giardino di Cupido

J. W. Waterhouse - Ninfe ritrovano la testa di Orfeo

J. W. Waterhouse - Il risveglio di Adone