sabato 29 maggio 2010

Meditazione - Herman Hesse

Divino è lo Spirito ed eterno.
A Lui, di cui noi siamo immagine e strumento
conduce il nostro cammino; nostro più intimo desiderio
è divenire come Lui, brillare nella Sua luce.

Ma terreni e mortali siamo creati,
pesante pioggia su di noi creature la gravità.
Dolce e maternamente calda ci abbraccia la natura,
ci nutre la terra, ci accolgono culla e tomba:
eppure la natura non ci dona pace,
dello Spirito immortale la scintilla paternamente
il suo materno incantesimo infrange,
rende uomo il bimbo,
cancella l'innocenza e risveglia alla lotta e alla coscienza.

Così fra madre e padre,
così fra corpo e Spirito
esita della creazione il più fragile figlio,
anima tremante d'uomo, capace di dolore
come nessun altro essere, pronto al sublime:
amore devoto e fiducioso.

Difficile è il suo cammino, morte e peccato il suo nutrimento,
spesso erra nelle tenebre, spesso sarebbe meglio per lui
non essere mai nato.
Ma eterno risplende su di lui il suo struggente desiderio,
la sua mèta: la Luce, lo Spirito.
E lo sentiamo: lui, il minacciato
ama l'Eterno di speciale amore.

Per questo a noi fratelli erranti
amare è possibile pur nel dissidio.
E non giudizio ed odio,
bensì amore paziente,
amorevole pazienza
ci avvicinano al sacro fine.

(da "Poesie del pellegrinaggio" trad. Tiziana Prina)

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